Infiammazione cronica silente e bambini

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Infiammazione cronica e bambini

“L’infiammazione cronica silente di basso grado è una entità clinica drammaticamente incompresa e sottovalutata dalla stessa classe medica.

Il motivo di questa superficialità nell’affrontarla dipende dal fatto che la cultura medica corrente è, ad oggi, sostanzialmente disinteressata al concetto di “terreno biologico”, ambito nel quale questo disturbo funzionale si colloca.

Di infiammazione ne esistono di diversi tipi, ma di qualunque tipo si tratti, parliamo sempre di un meccanismo di difesa, che le nostre abitudini di vita mettono spesso in condizione di degenerare in direzione auto-aggressiva.

L’umanità intera ha preso una china poco rassicurante: iperalimentazione, sedentarietà ed eccesso di stress (tutte cause di infiammazione cronica) sono strettamente correlati a malattie dilaganti, sempre più malati giovani, fragilità verso le malattie infettive in genere, virali in particolare.

Di questo passo gli scenari che si apriranno si prospettano a dir poco preoccupanti.

L’uso dei farmaci è in continuo aumento e questo depone per una sempre più diffusa incapacità della nostra biologia a badare a se stessa: i farmaci in genere vicariano meccanismi di autoregolazione che il nostro organismo non riesce più a far funzionare correttamente.

Se i farmaci più prescritti, da qualunque medico o specialista, sono gli antinfiammatori (FANS e cortisonici) e/o i modulatori della risposta infiammatoria (immunosoppressori, anticorpi monoclonali, ecc..) non si deve essere super-scienziati per capire che l’infiammazione entra nella fisiopatologia di tutte le malattie con cui il medico si confronta.

L’infiammazione cronica silente di basso grado è presente nella fisiopatologia di tutte le malattie più diffuse, cioè implicata nelle modificazioni delle funzioni biologiche che poi genereranno la malattia.

Quali sono le malattie correlate con l’infiammazione cronica?

Vediamone un breve elenco, che riporta quelle più diffuse:

  • Diabete. L’infiammazione, quando coinvolge il pancreas, determina la comparsa di una presenza massiccia di macrofagi, che riduce la secrezione insulinica; questa è una delle cause di diabete, situazione nella quale la glicemia si mantiene costantemente elevata.L’insulina poi, essendo un ormone con azione pro-infiammatoria (che cioè favorisce l’infiammazione), va ad aggravare l’infiammazione sistemica di fondo, con produzione di grasso viscerale; il grasso viscerale a sua volta produce citochine infiammatorie, che aumentano il livello di infiammazione sistemica: si instaura un circolo vizioso dalle conseguenze facilmente immaginabili.
  • Malattie infiammatorie croniche (con impronta autoimmunitaria): tra queste si annoverano le malattie infiammatorie croniche intestinali (o MICI) come la colite ulcerosa e il morbo di Crohn; le malattie reumatiche tipo artrite reumatoide o sindrome di Sjogren o artrite psoriasica; la psoriasi; la sclerosi multipla…l’elenco potrebbe essere molto più lungo.
  • Malattie neurodegenerative: come il morbo di Alzheimer ed il morbo di Parkinson.
  • Malattie cardiovascolari: come infarto del miocardio, scompenso cardiaco e fibrillazione atriale, nelle quali la componente infiammatoria cronica di base è ormai accertata.
  • Osteoporosi e artrosi: l’aumento del cortisolo circolante negli stati infiammatori cronici riduce il tono calcico delle ossa e favorisce la degenerazione delle cartilagini, unitamente al riassorbimento dell’osso per effetto delle citochine pro-infiammatorie che stimolano gli osteoclasti dell’osso a riassorbire la matrice ossea.
  • Decadimento cognitivo: con associata depressione da stato infiammatorio cronico cerebrale ove il binomio iperglicemia/ iperinsulinemia ne spiega sia l’insorgenza che la progressione.
  • Riduzione della fertilità di coppia: uno dei pionieri in Italia sulla riduzione della fertilità innescata dall’infiammazione cronica è il Dott. Fabrizio Cerusico, il cui recente libro “L’energia della fertilità” fa il punto sulla relazione nefasta fra una serie di fattori pro-infiammatori e la fertilità.
  • Invecchiamento cutaneo precoce, con perdita di tono connettivale e vitalità, con tendenza a macchie, verruche seborroiche, fibromi, ecc..
  • Alterazioni della risposta immunitaria: sia in senso ipoergico (cioè nel senso di una risposta indebolita, insufficiente, che espone ad esempio a facili infezioni) che iperergico (cioè con una risposta aumentata, eccessiva, come nelle allergie) o iperergico-disergico (cioè con risposta aumentata ma inefficace).
  • Tumori: la relazione fra infiammazione cronica e tumori è una acquisizione certa, come dimostrato da una serie innumerevole di studi scientifici pubblicati negli ultimi anni.

Parliamo di bambini

I primi a patire le conseguenze di uno stato infiammatorio cronico silente di basso grado sono i bambini ed a seguire gli adolescenti.

Lo stile di vita abituale dei bambini e degli adolescenti è, come quello degli adulti, ideale per ammalarsi. I bambini trovano come guide, in questo inconsapevole cammino verso le malattie, proprio i genitori.

La prima fonte di infiammazione cronica è la nutrizione; la seconda è lo stress eccessivo. In entrambi i genitori hanno un ruolo di primo piano.

Nutrire i bambini con cereali da colazione, yogurt alla frutta, biscotti, merendine, patatine, fruttini, mousse di frutta zuccherata, succhi di frutta, pizzette, crackers, cioccolata spalmabile, bevande zuccherate ( tè, aranciate ecc..), con pochi o niente verdure/ortaggi, con amidi in tutti i pasti, equivale a metterli in condizione di diventare obesi, di sviluppare diabete, di entrare in qualche malattia grave dove iperglicemia cronica/iperinsulinemia cronica sono alla base.

Anche nei bambini non ci dovrebbe essere la pancetta! Anche nei bambini il grasso viscerale è foriero di malattie. I bambini nel mondo occidentale sono sempre più in sovrappeso.

Un bambino in sovrappeso, un giovane in sovrappeso, con la pancetta, sono già dei malati che aspettano la prima diagnosi conclamata, spesso la prima di una possibile lunga serie.

Un bambino non può decidere per sé; un bambino si affida ai suoi genitori. Spetta a loro, o chi per loro se ne prenda cura, offrire il meglio ai propri figli e non lasciarli preda di voglie o addirittura dipendenze dannose.

Certo, è un compito difficile; è difficile instradare un adulto su un nuovo rapporto con il cibo, figuriamoci quanto lo è nel caso di un bambino.

Ma in tutti i modi va fatto, per il bene dei nostri figli.

Non è vero che un bambino è bello e in salute se è “cicciotto” o “paffutello”. Non è ne’ bello ne’ sano; se ha grasso viscerale è di fatto già malato.

La malattia non inizia con la diagnosi: quando la diagnostichiamo è già entrata nella sua fase terminale. Questo è bene ricordarlo sempre.

C’è poi lo stress ed il suo eccesso, detto distress. La cultura del “fare, fare, fare” porta i bambini ad avere delle agende zeppe di impegni di tutti i tipi.

Fermiamoli un po’ e fermiamoci noi insieme a loro. Riscopriamo la bellezza del tempo condiviso, vera linfa vitale delle relazioni intime e profonde.”

Nel mondo del “fare” diventa sempre più necessario rieducare noi stessi e i nostri bambini alla dimensione “dell’ essere”, trovare uno spazio dove allentare quella tendenza di attivazione che il nostro Sister Nervoso vive quasi incessantemente.

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