A chi non è mai capitato almeno una volta di sentirsi schiacciati dalla quotidianità, con i suoi ritmi e i suoi impegni ?
Come sarebbe bello svegliarsi la mattina con l’entusiasmo e la carica giusta per affrontare una nuova emozionante giornata , senza la sensazione di avere un macigno da spostare ?!
E il bello è che siamo nati proprio per questo, per essere felici, energici, per realizzare i nostri talenti; non certo per trascinarsi con fatica attraverso delle giornate percepite come pesanti e sempre uguali.
Cosa possiamo fare per attenuare l’impatto nocivo di un eccesso di stress?
Oggi diversi studiosi e professionisti si occupano di stress, di quanto influisca sulla nostra qualità di vita.
Importante è conoscere certi meccanismi, per poter essere in grado di non esserne vittima e poter favorire quelli virtuosi piuttosto che quelli dannosi.
Parlando di stress, non possiamo non parlare di infiammazione.
Perchè?
“Stress e infiammazione sono un binomio che ha attraversato orizzontalmente il nostro sviluppo filogenetico come esseri umani. Lo stress è la risposta di adattamento a stimoli che tendano a disorganizzare i nostri equilibri omeostatici di mantenimento dell’integrità biologica.
L’infiammazione testimonia la vigilanza continua verso ciò che è estraneo o dannoso alla nostra struttura biologica.
Quando stress e infiammazione sono eccessivi, per intensità e durata, insorge alla fine la malattia.
Il binomio stress/infiammazione è inscindibile: sono due facce di una unica medaglia, che possiamo vedere nella più generica (e genetica) programmazione al mantenimento della specie umana.
Lo stress cronico altera le funzioni della matrice extracellulare, aumenta lo stress ossidativo della cellula (accelerandone così la senescenza), disturba l’attività immunitaria e i vari assi endocrini (con disturbo della funzionalità tiroidea, gonadica, prostatica), favorisce la sindrome metabolica e i suoi effetti sugli assetti lipidici (aumento del colesterolo totale, aumento delle LDL, aumento dei trigliceridi) e sul metabolismo del glucosio.
L’ansia, le preoccupazioni continue, i pensieri tristi, le arrabbiature, le lamentele continue, ed ogni pensiero che non sia di pace e di amore universali provocano una iper-produzione di citochine.
Esiste uno stretto collegamento fra pensieri, sistema neurovegetativo ortosimpatico e attività immunitaria proinfiammatoria.
Se abbiamo a cuore la nostra salute dobbiamo fare di tutto per avere un organismo meno infiammato possibile come premessa per una mente serena.
Quali sono i danni del binomio stress-infiammazione?
Se lasciamo a se stessa la nostra vita mentale, si può lentamente scivolare in una condizione chiamata “sickness syndrome” che possiamo tradurre, usando una metafora, come la sindrome del “mi sento sempre in tensione come se avessi tante malattie addosso”.
La sickness syndrome si caratterizza per malessere generale, stanchezza profonda, facile faticabilità per sforzi anche leggeri, una leggera nausea di sottofondo, senso di confusione mentale, un abbassamento costante dell’umore o una sua continua variazione con alternanza di visione rosea e nera della nostra vita, senza motivi apparenti.
L’alterata, eccessiva e continua produzione di citochine proinfiammatorie da stress cronico può andare a ledere le strutture interne dell’organismo stesso, come la matrice extracellulare, le pareti dei vasi sanguigni e le mucose, fra cui quella intestinale.
Nel cervello l’infiammazione interferisce con l’attività sinaptica, mettendo le premesse per lo sviluppo di problemi emozionali, da quelli più leggeri, come un senso continuo di inquietudine, di allarme di fondo, a quelli più gravi, che possono arrivare a patologie psichiatriche vere e proprie.
In una visione filogenetica, evoluzionistica, la risposta allo stress è un evento acuto a rapida comparsa e, in teoria, ad altrettanto rapida scomparsa.
Siamo fatti per affrontare stress occasionali, ma non per “starci” a tempo indeterminato, quasi come un normale stato esistenziale”.
Le due dimensioni, quella psichica e quella biologica , come afferma F.Bottaccioli, esperto in Psiconeuroendocrinoimmunologia, vanno sempre tenute insieme: solo cosi infatti possiamo spiegare perché l’infiammazione possa, per esempio, rendere una persona meno disponibile alle novità (alterando ippocampo e sostanza nera) e più disponibili a vedere i pericoli anziché le opportunità (alterando lo striato ventrale), come dimostrano studi sperimentali su volontari sani.
Lo stress è “l’essenza della vita”, secondo la definizione di Hans Selye, ma la risposta allo stress, per dirsi fisiologica, deve essere transitoria, deve attivarsi e disattivarsi in tempi ragionevolmente brevi. Stress prolungati possono invece portare a malattie. Tra gli stimoli endogeni attivatori della risposta dello stress, i più importanti sono: variazioni rapide della glicemia, infiammazione cronica, acidosi della matrice extracellulare (lo spazio che intercorre fra le cellule di tutto l’organismo) e prenda di grasso viscerale.
Come si spiega il rapporto stress-malattie?
Dal punto di vista biologico lo stress corrisponde a :
- una iperproduzione di cortisolo
- un’aumentata eccitabilità di tutti i nostri sistemi biologici
- un aumento della vigilanza (“eretismo psichico”, oggi diventato “ansia libera” o “generalizzata” nelle diagnosi psichiatriche)
- una infiammazione cronica silente di grado elevato
- uno squilibrio neurovegetativo (tra ortosimpatico e vago)
Lo stress aumenta la glicemia, la glicemia aumenta la produzione di insulina, l’iperinsulinismo aumenta il livello infiammatorio sistemico, l’infiammazione sistemica aumenta il rischio di malattie metaboliche (diabete, obesità), infiammatorie croniche, stanchezza cronica, fibromialgia, depressione, asma, malattie autoimmunitarie, trombotiche, degenerative e tumorali.
Ecco spiegato il rapporto stress e malattie.
Stress non è sola la nostra scontentezza o la nostra stanchezza per le troppe cose da fare o la nostra frustrazione. É molto di più. È un indice di perdita della salute vera.
La salute viene intesa come l’avere gli esami di laboratorio normali.
Questa è un illusione; sentirsi perennemente stressati è non essere più in salute, e deve essere il punto di partenza per cominciare un bellissimo viaggio di comprensione e trasformazione di noi stessi, del nostro mondo emozionale, psicologico e/o del nostro stile di vita.
Coltivare la serenità, per esempio, può essere un passo da cui cominciare, e non è solo un esercizio filosofico, ma vuol dire contribuire a mantenere entro ambiti fisiologici i livelli di infiammazione e quindi supportare uno stato salutare.
In questo senso, l’amore è il più antinfiammatorio dei sentimenti.
Con questo non voglio dire che se si è innamorati non ci si ammalerà mai, ma certamente è la scelta più giusta da fare per rallentare l’inflammaging e l’invecchiamento cellulare.
Si parla di un atteggiamento di amore, di un sentirsi in amore, non solo di amore relazionale.
Ancora una volta, abbiamo scoperto che possiamo fare molto per noi stessi e la nostra salute.
Tratto da “Infiammazione cronica silente. La vera causa delle malattie più diffuse” Dott. Andrea Grieco.